Ogni persona che sia o sia stata a contatto con i cavalli sa quanto questi ci possono cambiare la vita.

ANIRE ed il ministero della salute elencano però in maniera analitica l’efficacia del cavallo come “strumento terapeutico” (vedi anche il sito del Ministero della Salute):

  • perché il cavallo si muove alle varie andature con movimenti ritmici e per questo prevedibili, ai quali perciò è più facile adattarsi con i movimenti del corpo;
  • perché il cavallo è estremamente sensibile al linguaggio del corpo inteso come gestualità ed essendo un animale altamente sociale è comunque molto recettivo e responsivo nei confronti di tutti i tipi di comunicazione;
  • perché per andare a cavallo, alle varie andature, si impegnano numerosi gruppi muscolari e si coinvolgono vari campi della psicofisiologia e della psicomotricità;
  • perché la relazione con il cavallo è in grado di generare sentimenti ed emozioni intense ed il valore del coinvolgimento emotivo nel processo di apprendimento è ormai universalmente riconosciuto;
  • perché le stimolazioni visuo-spaziali fornite dal particolare ambiente del maneggio e della cavallerizza, le variazioni cromatiche e di luminosità che sono in relazione anche con il movimento del cavallo sollecitano un’attenzione visiva finalizzata e facilitano sia la costruzione di mappe visuo-spaziali accurate, sia il potenziamento della dimensione attentiva, sia il coordinamento delle dimensioni motorio percettive con quelle più squisitamente cognitive;
  • perché tramite il contatto con un animale di grandi dimensioni si ottiene una stimolazione tattile intensa che aiuta la presa di coscienza e la conoscenza di sé e del proprio corpo;
  • perché il cavallo è un essere che esprime emozioni proprie, come la paura, in cui ci si può riconoscere e dove si può assumere un ruolo rassicurante, ed allo stesso tempo montare a cavallo, cioè su un animale grande e potente, offre sensazioni di protezione, di autostima e fiducia in se stessi;
  • perché il cavallo possiede tutte le qualità – calore, morbidezza, odore, movimenti regolari, grandi occhi con sguardo intenso – necessarie a stimolare il processo di attaccamento fondamentale per lo sviluppo dell’essere umano;
  • perché andare a cavallo permette di stabilire contatti fisici e permette anche di essere gratificati, sia dall’offrire cure, carezze e massaggi, sia dal ricevere come risposta ai nostri comportamenti manifestazioni di gratificazione da parte dell’animale;
  • perché l’ambiente del maneggio è un ambiente dove si costruiscono relazioni di collaborazione e di aiuto reciproco anche fra pari, dove le relazioni con il mondo degli adulti sono chiaramente definite da regole che hanno come finalità ultima il benessere e la sicurezza delle persone e degli animali, dove ognuno ha il proprio ruolo e per questo una chiara riconoscibilità.

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Ovviamente queste dimensioni hanno ruoli differenziati a seconda del tipo di terapia. Nella psicoterapia a mezzo del cavallo, ad esempio, sono le capacità relazionali del cavallo ad essere in primo piano, in particolare la sua grande capacità di leggere il linguaggio del corpo delle persone, e quindi di “riflettere” amplificando lo stato emotivo delle persone stesse, e di rispondere in maniera libera ed autentica a quel che accade momento per momento.

#cavalli#terapia con i cavalli

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